La Strage Della Famiglia Di Cicciano In Via Risigliano

La Strage Della Famiglia Di Cicciano In Via Risigliano

Napoli Noir · 2021-02-05

La vicenda che riguarda la strage della famiglia di Cicciano racconta una storia degna dei più crudi romanzi noir, di quelli che prevedono il colpo di scena finale con un movente inimmaginabile e un assassino insospettabile.
In una sera di fine marzo 1989, in via Risigliano, un urlo squarcia il silenzio: «Mi sento male, aiutatemi». Ad urlare è Santolo Camerino, un imprenditore e padre di famiglia che viene subito portato in ospedale dai familiari perché accusa dolorosissime fitte in tutto il corpo.
I medici accertano che a causare quei dolori è stato il Paraquat, un erbicida potentissimo e tanto nocivo da non poter essere irrorato su piante e ortaggi perché li brucerebbe. Infatti per Camerino quell’erbicida è fatale, portandolo in pochi giorni alla morte. Ma com’è possibile che l’uomo abbia ingerito quel diserbante? Le indagini individuano subito la causa di quel decesso nel cibo consumato da Camerino la sera prima di sentirsi male. Una pista che allarma subito la gente che abita nella zona, assalita dal terribile sospetto di aver consumato prodotti contaminati.
Ad accrescere il panico tra gli abitanti è il successivo ricovero di una decina di familiari dell’imprenditore: moglie, sorella, cognate, cognati, nipoti. Tutti hanno gli stessi sintomi di Camerino e, dunque, sono tutte vittime del Paraquat.
Nell’arco di un paio di giorni a perdere la vita sono anche la suocera dell’uomo, Antonietta De Stefano, la sorella, Giuseppina, e Jolanda De Stefano, moglie dell’imprenditore.
Tra la popolazione di Cicciano si diffonde il terrore che quella terribile sostanza sia allora contenuta nell’acqua, ma ci si accorge presto che l’avvelenamento ha riguardato solo quella particolare famiglia, da tutti ritenuta tranquilla e senza nemici.
Le indagini si concentrano sulle loro frequentazioni ed è allora che si arriva al colpo di scena: l’idea di sterminare i parenti, avvelenando il loro cibo, era stata pianificata con grande lucidità dalla settantenne vedova Carmela De Stefano, che abitava a pochi metri dalla famiglia con cui era imparentata.
Una persona dalla mente instabile che era stata più volte ricoverata con TSO e l’unica che aveva rapporti tempestosi con tutto il parentado. La donna, afflitta da manie di persecuzione e paranoie, era convinta che la sua famiglia volesse bruciarle casa e derubarla di tutti i suoi averi. Così con un piano elaborato decise di farli fuori tutti avvelenando il cibo delle povere vittime.
La donna, che dapprima negò la sua colpevolezza, confessò poi tutte le sue colpe agli agenti. Venne così accusata di strage e tentato omicidio plurimo, dopodiché venne inevitabilmente ricoverata in una struttura psichiatrica.

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Esplora il lato oscuro della città partenopea. Un viaggio attraverso le storie dei delitti avvenuti nei palazzi e per le vie di Napoli. Loquis vi trasporta in questo racconto misterioso e inquietante della città principale del sud Italia.
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