Montone (PG) - Braccio Fortebraccio e la leggenda della Spina Santa

Montone (PG) - Braccio Fortebraccio e la leggenda della Spina Santa

Borghi Fantastici - MIT · 2021-01-25

Montone è un borgo medioevale che risale all’anno Mille. Situato nell’Alta Valle del Tevere, Montone si erge su un colle, incorniciato dal verde rigoglioso del paesaggio. Le antiche mura circondano il borgo e racchiudono vicoli tortuosi, scalinate, piazzette, botteghe, edifici storici e religiosi di gran pregio, oltre a torri e campanili che svettano sul profilo del paese. La storia di Montone balza al centro delle cronache a partire dal Trecento, grazie alla famiglia Fortebracci e soprattutto al condottiero Andrea Fortebracci, meglio conosciuto come Braccio da Montone.
Egli fu un abile combattente, coraggioso, astuto ma anche spietato. Braccio da Montone fu protagonista di numerose battaglie e fece grandi conquiste sulle terre del centro Italia, al comando di una compagnia di soldati di ventura. Braccio da Montone fu un uomo politico ambizioso, uno stratega militare che seppe farsi conoscere e ricordare da tutti per la sua audacia. In un’opera, Manzoni lo richiama con simili versi: “Per tutto ancora con maraviglia e con terror si noma”. Le prodezze di Braccio da Montone arrivarono quasi a costituire uno Stato in opposizione allo Stato della Chiesa. Ma questa volontà fu decisamente troppo audace e finì per costargli la vita. Braccio da Montone morì in battaglia nel 1424.
Dopo pochi anni, il figlio Carlo si dimostrò degno erede del padre condottiero e seppe distinguersi anche lui, con sommo valore, al servizio della Repubblica di Venezia. Carlo Fortebracci combatté contro i Mori e li sconfisse. A seguito di una simile importante vittoria, Carlo ricevette in dono una Spina della Corona di Cristo, così la portò a Montone, il suo paese natìo, e ne decretò la festa il Lunedì dell’Angelo.
A questo punto del racconto, ecco cosa narra la leggenda. Si dice che all’arrivo di Carlo, di ritorno da Venezia, al passaggio del primo drappello di soldati, le campane del borgo presero a suonare, senza che vi fosse alcun campanaro appeso alla corda del batocchio. Le campane suonarono da sole, per festeggiare l’arrivo della Spina Santa. Una leggenda, ancor più suggestiva, racconta che la Spina fiorì il giorno del Venerdì Santo, emanando un delicato profumo che inebriò le vie del paese.
La Santa Spina ora è custodita dalle suore di Sant’Agnese. L’ostensione della reliquia viene celebrata ogni anno, il Lunedì di Pasqua. La penultima domenica di agosto, invece, la festa per la Spina Santa si arricchisce di un corteo in costume e della contesa del palio tra i tre rioni del paese.

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